giovedì 29 maggio 2008

Marta e Maria



Nel Vangelo Marta e Maria sono protagoniste di un episodio a mio avviso interessante. Si trova in Luca 10, 38-42. E' un episodio che, secondo me, ribalta un po' il modo di pensare classico, tipico della società umana che dà importanza al fare materiale e dà poca importanza all'ascolto spirituale.

Te lo riporto: "Mentre era in cammino con i suoi discepoli Gesù entrò in un villaggio e una donna che si chiamava Marta, lo ospitò in casa sua. Marta si mise subito a preparare per loro, ed era molto affaccendata. Sua sorella invece, che si chiamava Maria, si era seduta ai piedi del Signore e stava ad ascoltare quel che diceva.

Allora Marta si fece avanti e disse: "Signore, non vedi che mia sorella mi ha lasciata da sola a servire? Dille di aiutarmi! Ma il signore rispose: Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose. Una sola cosa è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via.

Emerge chiaro e netto in questo racconto il diverso comportamento di due persone: una, Marta, che si dà un gran da fare a servire gli ospiti e si preoccupa di preparare l'accoglienza per quelle persone improvvisamente arrivate. L'altra, Maria, che invece sembra non fare apparentemente nulla se non sedersi ai piedi di Gesù ad ascoltare il suo insegnamento e quello che diceva.

Ecco allora che Marta va da Gesù e gli dice: non vedi che Maria mi ha lasciata sola a servire? Dille di darsi una mossa e di venire ad aiutarmi. Quella di Marta è una reazione tipicamente umana, dettata dall'ingiustizia di vedere una persona che non fa niente, mentre a lei tocca sgobbare. Ci si aspetterebbe che Gesù rispondesse così: Marta ha ragione, Maria non startene lì a fare nulla, alzati e vai ad aiutarla. Tuttavia sorprende la risposta che dà Gesù. Per Lui, l'ascolto del suo insegnamento è più importante delle faccende e delle preoccupazioni domestiche. Ed è logico: l'ascolto della Parola di Dio è, per Gesù, condizione necessaria, ma forse non sufficiente per entrare nel Regno di Dio, in quella Vita che Gesù chiama "eterna". Per questo motivo Gesù dice a Marta: tu ti preoccupi e ti affanni per troppe cose. una sola cosa è necessaria, Maria ha scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via".

Come interpretare e vivere queste parole nella vita di tutti i giorni? Per uno che è credente come me, questo insegnamento significa imparare a dare il giusto peso alle cose che si fanno. Significa imparare a staccarsi, magari dal proprio lavoro, dai propri impegni, dalle proprie incombenze, con cognizione di causa, e trovare il tempo per ascoltare la voce dello spirito che ti parla e quindi significa appartarsi da qualche parte e pregare. Preghiera intesa come ascolto della propria coscienza, un colloquio intimo con Gesù, oppure può anche voler dire, per chi è cattolico, andare in chiesa ogni tanto durante la messa a fare la comunione e ascoltare la lettura del Vangelo.

Tuttavia, oggi io mi accorgo di vivere in una società che lascia poco tempo alla preghiera e all'ascolto della Parola di Dio. Gli innumerevoli impegni che il lavoro, la famiglia, la burocrazia dello Stato richiedono, mi distraggono da quell'ascolto e mi costringono a far fronte ai miei impegni. Invece, mi accorgo che ogni tanto devo lasciare perdere tutto e mettermi in ascolto.

Alla luce dell'insegnamento di quel passo del Vangelo verrebbe da lasciare perdere molte cose, di non preoccuparsi e lasciare che le cose vadano come devono andare, nel bene o nel male, affidandosi semplicemente alla fede in Dio come un padre che ci ama e che pensa ad aggiustare tutto lui. E penso che sia proprio questo quello che Dio mi chiede: non preoccuparti, ci penso io! Certo che sapere che c'è qualcuno che pensa a te, mentre tu pensi a leggere il Vangelo, per esempio, mi rilassa veramente.

Ma per un ateo ? Uno che non crede? Mi piacerebbe sapere che significato hanno quelle parole.
Vorrei sapere che cosa viene in mente ad un ateo o agnostico quando ascolta quelle parole.

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