sabato 31 maggio 2008

Il teologo e il matematico


Ti segnalo due interessanti libri che sto leggendo.

Joseph Ratzinger "Perché siamo ancora nella Chiesa", Rizzoli e quello di Piergiorgio Odifreddi "Il matematico impenitente", Longanesi.



Bello il libro del Papa, lui paragona la Chiesa alla luna, un pianeta che non vive di luce propria, ma di luce riflessa, la luce del sole, la luce di Dio-Gesù. Lui dice che l'astronauta e la sonda lunare scoprono la luna come roccia, deserto e sabbia, ma non come luce. Tuttavia la luna è anche luce per merito di altri e ciò che non è suo, gli appartiene. Per cui il Papa si chiede: " Questa non è forse una immagine molto precisa della Chiesa?" Il Papa risponde dicendo che l'elemento decisivo è che la luna essendo anche sassi e sabbia, è anche luce in virtù di un altro, del Signore.

Un bel libro che ti invito a leggere per comprendere meglio il ruolo della Chiesa nel mondo e la sua missione.

Sul fronte opposto c'è il libro di Odifreddi, come al solito molto pungente e logico. Nei primi capitoli, Odifreddi si toglie alcuni sassolini dalle scarpe, rispondendo alle critiche e alle polemiche che lo hanno coinvolto di recente in TV e sui giornali.

Quello che mi ha colpito del libro di Odifreddi è la sua preghiera, il suo credo che troviamo a pagina 63, dove dice: "Credo in un solo Dio, la Natura, Madre onnipotente, generatrice del cielo e della Terra, di tutte le cose visibili e invisibili. ...". La preghiera continua sulla falsa riga del nostro Credo, è molto bella, in particolare alla fine dove dice: "Aspetto la dissoluzione della morte, ma non un'altra vita in un mondo che non verrà".

In effetti la vita, secondo i cristiani, è una sola: Gesù. Non ci sono altre vite o altri mondi. La vita inizia in questa terra e prosegue con la vita eterna. Chi crede in Gesù, ha la vita eterna, ed è una sola.

Odifreddi prosegue dicendo di non credere né in Dio Padre, né in Gesù, né nella Madonna, né nello Spirito Santo, né nella Chiesa e nemmeno nelle altre forme di religione che vanno dall'Ebraismo all'Islam, ecc.

In definitiva lui non crede in niente di ciò che non c'è. E io lo rispetto, ma vorrei chiedergli se crede nell'Amore, se per lui l'Amore esiste. Odifreddi crede nella Natura, nell'Uomo e nella Umanità, ma anche nello Spirito che si manifesta nella coscienza dell'uomo sul mondo e su se stesso. Dell'amore, nel capitolo "Il mio Credo", non ne fa cenno, se non come amore e adorazione verso la Natura.

Dal mio punto di vista, la Natura e l'Uomo sono elementi che appartengono a Dio che è Amore. Non può esistere un Dio se questo Dio non è Amore. La Chiesa, di conseguenza, è una "donna" che deve diventare espressione dell'Amore di Dio. Nella Chiesa, fecondata dallo Spirito Santo, Spirito di Dio, deve nascere e rinascere Gesù eucaristia.

Da questo punto di vista, la Chiesa è madre ed è espressione terrena di Maria che genera il Figlio rimanendo vergine. E' nella Chiesa cattolica che si può spiegare e chiarire il mistero (il dogma) della verginità di Maria, profetizzata nei Vangeli.

giovedì 29 maggio 2008

Marta e Maria



Nel Vangelo Marta e Maria sono protagoniste di un episodio a mio avviso interessante. Si trova in Luca 10, 38-42. E' un episodio che, secondo me, ribalta un po' il modo di pensare classico, tipico della società umana che dà importanza al fare materiale e dà poca importanza all'ascolto spirituale.

Te lo riporto: "Mentre era in cammino con i suoi discepoli Gesù entrò in un villaggio e una donna che si chiamava Marta, lo ospitò in casa sua. Marta si mise subito a preparare per loro, ed era molto affaccendata. Sua sorella invece, che si chiamava Maria, si era seduta ai piedi del Signore e stava ad ascoltare quel che diceva.

Allora Marta si fece avanti e disse: "Signore, non vedi che mia sorella mi ha lasciata da sola a servire? Dille di aiutarmi! Ma il signore rispose: Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose. Una sola cosa è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via.

Emerge chiaro e netto in questo racconto il diverso comportamento di due persone: una, Marta, che si dà un gran da fare a servire gli ospiti e si preoccupa di preparare l'accoglienza per quelle persone improvvisamente arrivate. L'altra, Maria, che invece sembra non fare apparentemente nulla se non sedersi ai piedi di Gesù ad ascoltare il suo insegnamento e quello che diceva.

Ecco allora che Marta va da Gesù e gli dice: non vedi che Maria mi ha lasciata sola a servire? Dille di darsi una mossa e di venire ad aiutarmi. Quella di Marta è una reazione tipicamente umana, dettata dall'ingiustizia di vedere una persona che non fa niente, mentre a lei tocca sgobbare. Ci si aspetterebbe che Gesù rispondesse così: Marta ha ragione, Maria non startene lì a fare nulla, alzati e vai ad aiutarla. Tuttavia sorprende la risposta che dà Gesù. Per Lui, l'ascolto del suo insegnamento è più importante delle faccende e delle preoccupazioni domestiche. Ed è logico: l'ascolto della Parola di Dio è, per Gesù, condizione necessaria, ma forse non sufficiente per entrare nel Regno di Dio, in quella Vita che Gesù chiama "eterna". Per questo motivo Gesù dice a Marta: tu ti preoccupi e ti affanni per troppe cose. una sola cosa è necessaria, Maria ha scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via".

Come interpretare e vivere queste parole nella vita di tutti i giorni? Per uno che è credente come me, questo insegnamento significa imparare a dare il giusto peso alle cose che si fanno. Significa imparare a staccarsi, magari dal proprio lavoro, dai propri impegni, dalle proprie incombenze, con cognizione di causa, e trovare il tempo per ascoltare la voce dello spirito che ti parla e quindi significa appartarsi da qualche parte e pregare. Preghiera intesa come ascolto della propria coscienza, un colloquio intimo con Gesù, oppure può anche voler dire, per chi è cattolico, andare in chiesa ogni tanto durante la messa a fare la comunione e ascoltare la lettura del Vangelo.

Tuttavia, oggi io mi accorgo di vivere in una società che lascia poco tempo alla preghiera e all'ascolto della Parola di Dio. Gli innumerevoli impegni che il lavoro, la famiglia, la burocrazia dello Stato richiedono, mi distraggono da quell'ascolto e mi costringono a far fronte ai miei impegni. Invece, mi accorgo che ogni tanto devo lasciare perdere tutto e mettermi in ascolto.

Alla luce dell'insegnamento di quel passo del Vangelo verrebbe da lasciare perdere molte cose, di non preoccuparsi e lasciare che le cose vadano come devono andare, nel bene o nel male, affidandosi semplicemente alla fede in Dio come un padre che ci ama e che pensa ad aggiustare tutto lui. E penso che sia proprio questo quello che Dio mi chiede: non preoccuparti, ci penso io! Certo che sapere che c'è qualcuno che pensa a te, mentre tu pensi a leggere il Vangelo, per esempio, mi rilassa veramente.

Ma per un ateo ? Uno che non crede? Mi piacerebbe sapere che significato hanno quelle parole.
Vorrei sapere che cosa viene in mente ad un ateo o agnostico quando ascolta quelle parole.

momento poetico...

Una notte un uomo fece un sogno,

Sognò di passeggiare lungo la spiaggia con Dio.

In cielo balenavano scene della sua vita.

In quasi tutte le scene notò due serie di orme sulla sabbia: una apparteneva a lui e l’altra al Signore.

Molte volte, però, scorse che lungo il cammino vi era una sola serie di impronte.

E notò che questo avveniva durante i periodi più sfavorevoli e più tristi della sua vita.

Ne rimase allora disorientato e volle interrogare Dio:

“Signore, tu hai detto che se io avessi deciso di seguirti, tu avresti camminato per tutta la strada

accanto a me, ma io ho notato che durante i periodi più difficili della mia vita vi era una sola serie

di orme. Non capisco perché, quando avevo più bisogno di te, tu mi abbandonavi.”

Il Signore rispose:

“Mio amato figlio, io ti voglio bene e non ti abbandonerei mai. Sappi che, se durante i tuoi periodi

di dolore e sofferenza, vedi solo una serie di orme è perché in quei periodi io ti ho portato in braccio.”

anche quando vi sembrerà che Dio vi ha abbandonato non scoraggiatevi lui è li accanto a voi pronto a darvi una mano….

mercoledì 28 maggio 2008

fDolce sentire


Grande Claudio Baglioni!!!

Preghiera semplice



O Signore, fa di me uno strumento della tua Pace:
Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore.
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono.
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione.
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede.
Dove è errore, ch'io porti la Verità.
Dove è disperazione,ch'io porti la Speranza.
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia.
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.

O Maestro, fa ch'io non cerchi tanto:
Essere consolato, quanto consolare.
Essere compreso, quanto comprendere.
Essere amato,quanto amare.

Poichè:
Si è: Dando, che si riceve;
Perdonando che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

S.Francesco

lunedì 26 maggio 2008

Francesco Renga a Campobasso

ieri in occasione della Festività del Corpus Domini a Campobasso si è tenuto uno stupendo concerto di Francesco Renga! Piazza della Prefettura era stracolma di gente, rara situazione nel capoluogo Molisano, io e Chiara eravamo tra amici e parenti e un simpatico gruppetto di frati: fans sfigatati di Renga che hanno letteralmente invaso il suo camper per farsi una foto di gruppo con lui. Per tutta la durata del concerto questi amici frati sono stati irresistibili...che casino hanno fatto e hanno invitato alcune ragazze a cantare nel loro coro!! Che perfetta Letizia!! Posto la mia canzone preferita di Renga che ha cantato ieri, le immagini sono proprio del concerto a Campobasso, questa canzone è sdolcinata come me...

sabato 24 maggio 2008

la mitica mia martini!!!

GRANDE MIMI!!!



Ogni volta che ascolto questa canzone mi ricordo di quanto sono stato una merda con alcune ragazze, ricordo le delusioni date e le mie ipocrisie verso il gentil sesso... Per fortuna abbiamo tutti una seconda opportunità e ora cerco di rendere la vita meravigliosa al mio angelo Chiara... Ti amo amore!!

mercoledì 21 maggio 2008

A scuola dell' Anticristo



Enrico Demme maestro elementare. Averne di maestri così, a meno di 1.400 euro al mese. Peccato che questo docente di scuola primaria - ma lui preferisce la vecchia dizione - si sia messo in testa un’idea davvero balzana, di questi tempi: crede che i suoi figli, e i suoi alunni, e i suoi simili, insomma gli uomini in generale, siano fatti a immagine e somiglianza di Dio, anziché delle scimmie. Cioè siano frutto della creazione, non dell’evoluzione. E, quel che è peggio, s’è pure messo a insegnarlo a scuola. Non l’ha spacciata come verità di fede. Ha solo esposto una teoria: la vita come esito di un Progetto intelligente anziché del Caso.
È andata come doveva andare: s’è rovinato la sua, di vita. Proteste delle famiglie. Ispezione ministeriale. Ipertensione arteriosa, sette mesi di malattia. Due visite fiscali domiciliari la settimana. Trasferimento per incompatibilità ambientale dalla scuola Giuseppe Garibaldi alla scuola Mario Mazza. Adesso Demme ha condensato la sua lunare esperienza in un dattiloscritto di 103 pagine che aspetta solo un editore. S’intitola A scuola dall’Anticristo. Cronache dell’orrore nella scuola elementare di Stato.
A scuola dall’Anticristo. Perché ha scelto questo titolo per il suo libro?
«Basta leggere lo studio Il mito della scuola unica di Charles Glenn. Nelle aule trionfa la mentalità massonica ottocentesca che concepiva la scuola di Stato quale strumento per sottrarre alla Chiesa la possibilità di educare le nuove generazioni. La Rivista della Massoneria lo scriveva nel 1879: “L’unico modo per abbattere la superstizione del sacramento della confessione è la scuola. La scuola è il cannone della battaglia morale”, e infatti oggi i miei scolari sono sospinti verso il paganesimo: anziché in Gesù credono nei Gormiti, personaggi di plastica che manifestano la loro divinità attraverso il potere sulla natura. Anche nella Cambogia di Pol Pot la pretesa di rifondare il mondo passava attraverso l’indottrinamento dei bambini, “lavagne bianche” da cui tenere lontana qualsiasi traccia di tradizione per potervi scrivere sopra a piacimento. “Chi controlla il passato, controlla il presente”, profetò George Orwell, quello del Grande Fratello e della Fattoria degli animali. La “lavagna” è quasi bianca anche in Italia e aggiungo, per esperienza personale: chi prova a riempirla di contenuti cristiani si attira grandi sventure. Lei pensi che sono stato convocato in curia dal responsabile diocesano dell’ufficio scuola. Teneva fra le mani la fotocopia di una mia dispensa di storia in cui dimostravo che Cristoforo Colombo era interessato all’evangelizzazione. Mi ha dato dell’integralista. Eppure era il pensiero di Papa Wojtyla. La scuola di Stato si mantiene neutra su tutto e così facendo serve i gruppi di potere. Una situazione ben fotografata in una scritta che don Luigi Giussani notò molti anni orsono sui muri di un liceo milanese: “Questa scuola puzza di niente”. Detta legge il relativismo. Speriamo non diventi veltronismo: ha ragione Tizio “ma anche” Caio».Il tempo delle ciliegie, libro di storia e geografia per le classi terze, insegna che «per dare una spiegazione alla loro esistenza» gli uomini si sono inventati «esseri superiori» e «accadimenti fantastici». In una parola si sono inventati Dio.
«Guardi che questi testi sono adottati persino nelle primarie che dipendono da istituti religiosi. In una di queste scuole hanno proiettato agli alunni un documentario sui primati che si concludeva così: “Oggi sono scimmie,mafra chissà quanti anni potrebbero diventare come te”. D’altronde Peter Singer, luminare della bioetica che insegna a Princeton, osannato da Time fra i 15 pensatori più importanti del mondo, sostiene che una scimmia vale più di un handicappato. Non a caso è il filosofo che ha invocato per i figli dell’uomo “un periodo di 28 giorni dopo la nascita prima che un infante possa essere accettato con gli stessi diritti degli altri”».

Come rimediare?
«L’unico principio che deve valere è quello della sussidiarietà: il potere pubblico si limita a svolgere solo le attività che i privati non siano in grado di compiere. Bisogna farla finita con la scuola unica di Stato, restituire ai genitori la libertà di scegliere per i loro figli il tipo d’istruzione che ritengono giusta. I bambini stanno più tempo in aula che gli operai in fabbrica: 40 ore settimanali. Solo a Sparta rimanevano così a lungo lontano da casa».

martedì 20 maggio 2008

Europa senza fede = Europa senza figli




Anche i politici sembra comincino ad accorgersene: la denatalità in Europa, e soprattutto in Italia, è ormai una emergenza.
In realtà la situazione si prolunga già da circa quaranta anni tanto che già entro il 2025 i primi Paesi europei - Italia, Spagna, Germania, Grecia - potrebbero sperimentare l'implosione demografica, ovvero la diminuzione effettiva della popolazione.
Attualmente l'Europa a 25 ha un tasso di fecondità medio di 1,4 figli per donna quando il livello di sostituzione - ossia il livello che permette di mantenere l'equilibrio - è di 2,1. Per dare l'idea della situazione, basta vedere l'evoluzione della percentuale di popolazione giovanile sul totale: ebbene, nel 1950 il 26,2% della popolazione europea era al di sotto dei 15 anni, nel 1975 i giovani erano scesi al 23,7%, nel 2000 si erano ridotti al 17,5%. Ancora peggio l'Italia: dal 1950 al 2000 si è passati dal 26,3% al 14,3%. Quanto ai tassi di fecondità il nostro Paese ha toccato il suo minimo alla metà degli anni '90 con 1,2 figli per donna; nel 2004 si è tornati per la prima volta sopra 1,3 (a 1,33 per la precisione), ma - come avverte l'Istat - l'incremento è in buona parte dovuto agli immigrati e comunque siamo lontanissimi dai tassi di fecondità che sarebbero necessari per garantire un futuro all'Italia.
Sì, perché questa situazione di squilibrio ha delle conseguenze enormi che vanno ben oltre il problema delle pensioni, che già avvertiamo in modo acuto. È tutta la società che va in crisi. Prendiamo ad esempio la crisi economica: ciò che nel dibattito politico è normalmente censurato è il fatto che essa dipende fondamentalmente dalla crisi demografica. Basti pensare allo squilibrio che si sta creando tra forza lavoro e fasce non produttive: nel 2000 in Italia le persone considerate in età produttiva rappresentavano il 61,7% della popolazione, nel 2025 scenderanno al 55% e nel 2050 al 46,2. Non solo la forza lavoro diminuisce, ma invecchia - ovvero si alza l'età media dei lavoratori - con conseguente perdita di competitività. Assottigliandosi la forza lavoro diminuisce anche il gettito fiscale - che si traduce in meno servizi - e la mancanza di figli incide inoltre negativamente sulla capacità d'impresa. L'imprenditorialità infatti è strettamente legata ai figli. Chi investe in una attività produttiva, e continua a investirvi, ha sempre in mente chi continuerà quest'opera. Così facendo tende a innescare un movimento dinamico che porta a creare posti di lavoro, maggiore fatturato, ulteriori investimenti, aumento di posti di lavoro e così via. Se non ci sono figli, diminuisce l'interesse e la convenienza ad investire, a un certo punto il profitto alimenta soltanto i consumi, effimeri soprattutto, quelli che vengono identificati con la qualità della vita. E senza investimenti produttivi l'economia tende ovviamente a ristagnare e si perdono i posti di lavoro.
Ciò che però ci preme affrontare in questa sede è come affrontare la crisi demografica. La Commissione Europea - che a breve pubblicherà un Libro Bianco sull'argomento - sembra affascinata dal cosiddetto "modello svedese", ovvero politiche familiari che sono un mix tra flessibilità del mercato del lavoro (orari e permessi ai genitori per consentire alle donne di lavorare pur avendo figli) e disponibilità di servizi (nidi e asili soprattutto). Ma seppure le politiche familiari sono necessarie per garantire alle coppie di avere il numero di figli che desiderano, non si può pensare che la molla che fa scattare la decisione di avere figli sia socio-economica. Lo dimostra la stessa Svezia, dove malgrado le misure prese il tasso di fecondità è intorno a 1,7 figli per donna; e lo dimostra anche la Francia, che pure ha il secondo tasso di fecondità più alto in Europa (dopo l'Irlanda) con 1,89 figli per donna. La Francia infatti ha una lunghissima tradizione di politiche pro-nataliste (almeno un secolo), usate sia come base per una politica di potenza sia per sopperire alle gravi perdite della Prima Guerra Mondiale (morirono 1 milione e 300mila maschi francesi in età riproduttiva). Ebbene, l'andamento dei tassi di fecondità è condizionato ma non determinato dall'introduzione di nuovi bonus per chi ha figli.
Un dato molto interessante è invece quello offerto da uno studio pubblicato nel settembre 2005 da tre ricercatori dell'Università di California e intitolato "Dalle panche vuote alle culle vuote", dove per panche si intendono quelle delle chiese. I tre ricercatori hanno infatti riscontrato un andamento molto particolare dei livelli di fecondità nei Paesi di tradizione fortemente cattolica (Italia, Spagna, Irlanda, Belgio, Lussemburgo): fino a metà degli anni '70 avevano un tasso di fecondità decisamente più alto rispetto ai Paesi protestanti e a quelli più laici (circa mezzo figlio in più), poi improvvisamente la fecondità crolla a livelli molto più bassi rispetto agli altri Paesi (attualmente è di circa mezzo figlio in meno). Ebbene, ciò che emerge dalla ricerca è che alla radice di questo fenomeno c'è la secolarizzazione, ovvero la perdita di appartenenza alla Chiesa: essa si manifesta sia nel calo di frequenza alla messa, sia nel venir meno agli insegnamenti morali (basti pensare all'atteggiamento davanti alla contraccezione), sia in termini di perdita di vocazioni religiose femminili, che storicamente sono il perno delle opere di assistenza alla maternità, all'infanzia e alla famiglia.
Pur se la ricerca non esce dall'esame di fenomeni misurabili, apre però a una prospettiva diversa da quella perseguita dai politici europei. La chiave di volta per comprendere ciò che sta avvenendo in Europa è infatti l'atteggiamento davanti alla vita. Ovvero, io metto al mondo dei figli se credo nella vita, se non ho paura del futuro, se - in altre parole - la mia esistenza ha un senso. L'esperienza cristiana è proprio l'incontro con questo senso che spalanca alla vita ed ecco perché il venir meno di una appartenenza vera alla Chiesa ha prodotto il disastro demografico che stiamo vivendo.
Per invertire la tendenza proprio da qui bisogna ripartire: le politiche familiari sono certamente importanti, ma la partita vera si gioca attorno al ritorno a Cristo. Quando si dice che "l'Europa sarà cristiana o non sarà", l'espressione va letta anche in senso demografico: i numeri dimostrano che l'alternativa alla conversione è l'estinzione.



DONNE MANCANTI? CHIEDETE ALL'ONU
Ha suscitato un certo clamore la pubblicazione alla fine di novembre di un corposo rapporto sulle violenze contro le donne nel mondo, identificato come "Il genocidio nascosto", secondo cui ben 200 milioni di donne mancano all'appello. La maggior parte dei giornali ha però glissato sul fatto che circa la metà di queste sparizioni sono dovute ad aborti selettivi e infanticidi praticati soprattutto in grandi Paesi asiatici come Cina, India e Corea. Ma anche chi ha avuto il coraggio di porre in risalto questo aspetto ha mancato di indicare l'origine di questa tragedia. Ebbene, bisogna chiarire che la vera causa è la selvaggia campagna di controllo delle nascite suggerita, imposta e abbondantemente finanziata dalle agenzie dell'ONU (primo fra tutti il Fondo per la Popolazione, UNFPA) e dai governi occidentali (oggi è l'Unione Europea a guidare il fronte).
Lo squilibrio demografico comincia a manifestarsi in India a partire dagli anni ‘70 (le campagne di sterilizzazione volute da Indira Gandhi) e in Cina è diretta conseguenza della "politica del figlio unico" varata nel 1979. Quando lo Stato (o l'ONU) impongono di avere non più di un figlio allora scattano motivi culturali ed economici, che fanno preferire il figlio maschio alla femmina.
La cosa più scandalosa è che oggi vi sono agenzie dell'ONU che si stracciano le vesti per le donne mancanti: non solo vogliono nascondere una verità imbarazzante, ma usano questa tragedia per promuovere un'agenda femminista occidentale, che invoca il diritto all'aborto libero su scala mondiale.
È come uccidere due volte queste bambine.

lunedì 19 maggio 2008

Napoli e il regno delle due Sicilie

Non solo spazzatura!

la legge è uguale per tutti


ieri ero sul Corso Nazionale di Termoli dopo quando osservo questa volante della polizia parcheggiata nel bel mezzo delle strisce pedonali!!! Non potevo non scattare una foto a questo schifo! in molti mi hanno fatto osservare che i poliziotti sono abituati a infrangere in questo modo la legge per la quotidiana pausa pranzo!! per la serie: "FAI QUELLO CHE IL PRETE DICE E NON QUELLO CHE IL PRETE FA!"

sabato 17 maggio 2008

venerdì 16 maggio 2008

La scala santa





Sono appena tornato da Roma!! le disastro trascorrere 4 ore in pulman per tornare a casa sulla mia collinetta! Sono andaro a Roma perchè Chiara, la mia fidanzata ha organizzato All' Università di Tor Vergata un Musical sulla vita di San Francesco, non potevo non essere lì con lei in questo momento!! Comunuque ho avuto anche di poter visitare la nostra stupenda Capitale che adoro, ormai la conosco bene ma ROma è unica e ha sempre la capacità di stupire il visitatore anche un Habituè come me (ma si scrive così questa parola??) Sono rimasto senza parole nell' osservare tante giovani donne salire con le ginocchia la scala Santa: la tradizione vuole che questa grande scala presente nei pressi di piazzia San Giovanni fosse la stessa salita da Cristo per raggiungere nel palazzo Senatorio Ponzio Pilato! giovani donne in penitenza salgono in ginocchio la scalinata, oggi si parla di secolarizzazione, di perdita del senso di Dio eppure i frutti di una chiesa viva sono presenti, a prima vista tale gesto può sembrare una stpidagine..ma adoro pensarlo come una prova d' amore.... ciao a tutti

Catena di Sant' Antonio!

Le regole sono semplici:

1 - Indicare il Blog che vi ha nominato e linkarlo: Manidipastafrolla

2 - Inserire le regole di svolgimento
3 - Scrivere sei cose che vi piace fare
4 - Nominare altre sei persone che proseguano la catena
5 - Lasciare un commento sul blog dei sei bloggers prescelti

Le cose che mi piace fare:

1.STARE CON LA MIA RAGAZZA
2.Mangiare la Pasta!!!!!
3.Leggere un buon libro di Storia
4.Visitare Città D' arte
5.Bere una buona birra con gli amici
6.stare con i bimbi al Catechismo!

i miei nominati sono:

ilgriffo
fracarlos
squisita
laboratoriocreativodimarianna
Sorry ma a 6 non ci arrivo proprio!!!! ciaooooo

martedì 13 maggio 2008

auguroni Paola



questa bella bambina di 10 anni è una delle ragazze che seguo in parrocchia!! auguroni per la tua prima comunione Paola!! Ti auguro tanta felicità e non sai quanta gioia provo vederti crescere sana e intelligente! Ti voglio bene!!

lunedì 12 maggio 2008

Il gladiatore foggiano

e dopo una giornataccia divertiamo un pò!

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venerdì 9 maggio 2008

Per grazia ricevuta

Per grazia ricevuta è uno dei miei film preferiti, anche perchè il protagonista del film ha molto in comune con la mia persona. Io non sono cresciuto in un convento di Frati ma sono cresciuto e cresco spiritualmente in una fraternità francescana. Anche io come il protagonista all' incontro con la DONNA un nuovo mondo si è a me rivelato! L' amore non solo inteso come spiritualità fraterna ma inteso anche come amore fisico.. solo che occorre trovare un giusto equilibrio tra le due forme di amore perchè in fondo l' una senza l 'altra non è niente!! Diceva un mio amico frate: "il vostro io deve diventare un voi che vive di luce propria nella vostra relazione sentimentale". L' amore come progetto di vita in pratica, siamo chiamati a non lasciarci sconfiggere dal precariato dei sentimenti tanto osannato dalle fiction, soap opera e i libri idioti di Federico Moccia!!

mercoledì 7 maggio 2008

La carrese di Chieuti (FG)

A Chieuti, piccolo paese al confine con il Molise c' è una tradizione antichissima: la Carrese, è una corsa in cui a sfidarsi sono quattro carri trainati da buoi. Ogni carro rappresenta una delle quattro contrate del piccolo paese della capitanata. La corsa ha origini antichissime ed è una tradizione che accomuna tutti i paesi di origine albanese presenti in questa zone del centro-sud italia (Ururi San Martino e Portocannone). La manifestazione ha una durata di soli 2 minuti, in questi 120 secondi un intero paese è con il fiato sospeso fissando i quattro carri e i loro cavalieri con una sola speranza: vincere il Palio da poter portare nella processione di San Giorgio nel giorno sequente. All' arrivo ci sarà un solo vincitore, una contrada in delirio per il risultato raggiunto e l' amarezza echeggerà lungo le strade delle contrade perdenti con un unico sollievo: domani sarà un altro giorno e domani inzieremo a prepararci per la Carrese del prossimo anno: allevamento dei buoi, visite veterinarie, Messe per la salute degli animali, allenamenti alle 4 del mattino in attesa di quei due magici minuti, in attesa di una vittoria da ricordare..

martedì 6 maggio 2008

Danza lenta

DANZA LENTA


Hai mai guardato i bambini in un girotondo?
O ascoltato il rumore della pioggia
quando cade a terra?
O seguito mai lo svolazzare
irregolare di una farfalla?
O osservato il sole allo
svanire della notte?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Percorri ogni giorno in volo?
Quando dici "Come stai?"
ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita
ti stendi sul tuo letto
con centinaia di questioni successive
che ti passano per la testa?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.


La musica non durerà.
Hai mai detto a tuo figlio,
"lo faremo domani?"
senza notare nella fretta,
il suo dispiacere?
Mai perso il contatto,
con una buona amicizia
che poi finita perché
tu non avevi mai avuto tempo
di chiamare e dire "Ciao"
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.


La musica non durerà.
Quando corri cosi veloce
per giungere da qualche parte
ti perdi la metà del piacere di andarci.
Quando ti preoccupi e corri tutto
il giorno, come un regalo mai aperto . . .
gettato via.
La vita non è una corsa.
Prendila piano.
Ascolta la musica.

sfiorivano le viole

Il grande Rino Gaetano come al solito unisce il sacro al profano nelle sue canzoni; infatti ocme spiega l' intervistato in questo video la canzone è una stupenda poesia d' amore ad una donna e figurarsi se Rino Gaetano non inseriva qualche riferimento all' Italietta degli anni di piombo... Personalmente questa canzone mi comunica tanta serenità e nostalgia per la mia adolescenza ormai alle spalle e per una ragazza....fiorivi e sfiorivano le viole.. beccatevi questo video va..

lunedì 5 maggio 2008

abbracciamo il lebbroso anche noi...


Cari amici ben ritrovati! ho passato gli ultimi due giorni a Campobasso dalla mia ragazza..che stress il capoluogo molisano...finalmente a casa sulla mia collinetta a rilassarmi! Oggi voglio presentarmi un uomo: Francesco di Assisi, vi presento questo piccolo ma grande uomo con una parola. amare!

Amare è prendersi cura degli altri. Francesco ce lo dimostra nel modo più difficile: si prende cura dei lebbrosi. E pensare che aveva orrore dei lebbrosi. Cacciava addirittura il pensiero quando immaginava che ne avrebbe potuto incontrare uno. E invece....lo incontrò....

E la strada era così stretta che avrebbe dovuto incrociarlo.. a meno che non fosse fuggito. Ma il ricordo del crocifisso di S. Damiano gli bloccò la fuga. rimase immobile in mezzo alla strada. Il lebbroso veniva avanti adagio, adagio, vestito di stracci. Gli tese le mani fasciate e lo fissò con una dolcezza ed umiltà dolorosa. E fu a quel punto che qualcosa cambiò, Francesco fece un salto ed abbracciò il lebbroso, baciandolo sulla bocca. Il lebbroso si mise a piangere e Francesco piangeva con lui. Tirò fuori tutto quello che aveva e glielo donò. Ma non era nulla in confronto a quello lui gli aveva dato.

Di colpo era stato come se una lente deformante fosse caduta dagli occhi di Francesco. Ora sapeva qual'era la strada da tanto cercata invano.Essere un uomo per gli altri, a vita e senza alcuna contropartita, essere l'ultimo, ostaggio e proprietà di tutti, il minore tra i figli di Dio".

Il difficile era venuto subito dopo. Un lebbroso, Francesco si rese presto conto, era più facile baciarlo e abbracciarlo che lavarlo, medicarlo, asciugarlo, servirlo a tavola, mangiare con lui la medesima broda del lazzaretto, intingendo la mano nello stesso piatto comune, sfiorando con le proprie le dita purulente, e condurlo a passeggio fra i contadini, che al vederli abbandonavano urlando i lavori dei campi, e la gente, che in città spopolava in un istante le strade, come davanti a un mostro.

Ma, Francesco,per tutta la vita avrebbe dovuto a quel rudere d'uomo la felicità d'aver ritrovato se stesso, il coraggio d'accettare dei compagni, in qualche modo l'origine stessa dell'ordine. Lo avrebbe scritto anche nel testamento, affinchè i frati non lo dimenticassero mai:

"Prima che il Signore mi desse dei frati, nessuno mi rivelava che cosa dovessi fare. Poi il Signore mi condusse tra i lebbrosi, usai loro misericordia, e quelli che prima mi sembravano cosa troppo amara da vedere mi cambiarono in dolcezza d'anima e di corpo".

giovedì 1 maggio 2008

gli occhi della tigre

Oggi è la festa dei lavoratori, è la festa di tutte quelle persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese, di tutte quelle persona che per il datore di lavoro dovrebbero sentirsi in colpa per quelle scarse 800 euro mensili di retribuzione percepite. Oggi la nostra classe politica vorrà farci credere che è vicina ai lavoratori ed a tutti coloro in cerca di occupazione o hanno smesso di cercare un lavoro....saranno solo le ennesime parola buttate al vento. Nascono tutti incendiari ma poi si dimostrano tutti pompieri! Non lasciamoci calpestare, occorre reagire e combattere sempre nella vita, anche nelle condizioni più avverse occorre combattere!! Mai buttare la spugna! quando ho dei momenti di tristezza e quanto sento di non farcela ascolto sempre questa famosa canzone che sprigiona una carica pazzesca!!! occhi della tigre gente!!