mercoledì 31 dicembre 2008

Riflessioni di fine anno


concludo l' anno con questa riflessione di un vecchi Indiano d' America:
"Quando sarà abbattuto
l´ultimo albero,
avvelenato l´ultimo fiume,
catturato l´ultimo pesce,
soltanto allora ci renderemo conto che non si può mangiare denaro."

Allora, coraggio! Il senso della vita è nelle cose semplici!
iniziamo alla grande il 2009 cercando una sana pazzia che ci consenta di concretizzare quanto di migliore c' è nei nostri cuori e nella nostra anima!
speriamo che il 2009 segni una nuova alba di certezze e di sana pazzia per tutti!!

ps: questa foto la ho realizzata in Albania, è un tramonto. In quel momento ero sereno e fiducioso in un futuro di serenità, voglio iniziare il 2009 con quelle stupende sensazioni

domenica 28 dicembre 2008

che difficoltà educare....

Ciao cari amici internauti, questo mese ho postato pochi interventi,sono stato molto impegnato nei preparativi natalizi e nell' aiuto alla parrocchia con cui collaboro. Natale è stato un gran giorno: ho ricevuto auguri e regali dai bambini che seguo nel servizio all' altare! Essere amato è la gioia più grande che può riceve un uomo nella sua vita! oggi purtroppo non mi sono proprio sentito amato...e forse non sono stato capace di amare a mia volta...Oggi ho avuto una brutta discussione con un ragazzo di 16 anni, non mi ascolta mai, forse perchè non so impormi, io cerco di essere un amico ma forse dovrei solo avere più pugno...Ho attruibuito incarichi ai vari ragazzi e il mio "ammutinato" incute terrore ai piccoli...questi non svolgono il servizio che avevo loro affidato e mi ritrovo altri ragazzi...non scelti da me..ma dall' ammutinato! Io subito tolgo di mezzo questi ragazzini..dicendo di tornare a posto, si scusano dicendo: "ce lo ha detto lui...". Svolgo io con una ragazzina tutti i servizi all' altare mentre l' ammutinato mi guarda con una faccia arrabbiata...
terminata la messa dice che ha bisogno di parlarmi in privato... io rispondo di aver magari io...bisogno di parlare in privato, dico all' ammutinato di mettere zizzania tra i ragazzi e di non terrorizzare i più piccoli. Dopo alcuni attimi il ragazzo in discussione....pieno di ira scoppia in lacrime, cerca di trattenere le lacrime ma a fatica e alla fine va via minacciandomi....

dove ho sbagliato? ho dato amore, ho dato fiducia, ho tante volte ripetuto a me stesso son ragazzi... ma oggi non so proprio che pensare..forse non sono io capace di farmi rispettare...forse ho trovato un osso duro con cui combattere..ma una cosa è sicura...vado avanti lo stesso...

scusate lo sfogo....ma questo blog serva anche a questo!

martedì 23 dicembre 2008

auguri scomodi

Non obbedirei al mio dovere di vescovo, se dicessi «Buon Natale» senza darvi disturbo.

Io, invece, vi voglio infastidire:
non posso, infatti, sopportare l'idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla «routine» di calendario. Mi lusinga, addirittura, l'ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.

Tanti auguri scomodi, allora!


Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali. E vi conceda la forza di inventarvi un'esistenza carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.

Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la carriera diventa idolo della vostra vita; il sorpasso, progetto dei vostri giorni; la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini o il bidone della spazzatura o l'inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell'affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunziano la pace portino guerra nella vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, poco più lontano di una spanna con l'aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano i popoli allo sterminio per fame.

I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell'oscurità e la città dorme nell'indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere «una grande luce», dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, fanno bella figura ma non scaldano. Che i ritardi dell'edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.

I pastori che vegliano nella notte, «facendo la guardia al gregge» e scrutando l'aurora, vi diano il senso della storia, l'ebbrezza delle attese, il gaudio dell'abbandono in Dio. E vi ispirino un desiderio profondo di vivere poveri: che poi è l'unico modo per morire ricchi.
Sul nostro vecchio mondo che muore nasca la speranza.


Tanti auguri scomodi, allora!



+ Tonino Bello - Vescovo

mercoledì 17 dicembre 2008

Su ali d' aquila


Tu che abiti al riparo del Signore
e che dimori alla sua ombra,
di' al Signore: "Mio rifugio,
mia roccia su cui confido."

E ti rialzerà, ti solleverà
su ali d'aquila ti reggerà
sulla brezza dell'alba ti farà brillar
come il sole, così nelle sue mani vivrai.

Dal laccio del cacciatore ti libererà,
e dalla carestia che distrugge
poi ti coprirò con le Sue ali
e rifugio troverai.

Non devi temere i terrori della notte
ne' freccia che vola di giorno
mille cadranno al tuo fianco,
ma nulla ti colpirà.

Perché ai Suoi angeli ha dato un comando,
di preservarti in tutte le tue vie,
ti porteranno sulle loro mani
contro la pietra non inciamperai.

E ti rialzerò, ti solleverò
su ali d'aquila ti reggerò
sulla brezza dell'alba ti farò brillar
come il sole, così nelle mie mani vivrai.

mercoledì 10 dicembre 2008

Credo in te


Credo in te, amico.
Credo nel tuo sorriso,
finestra aperta nel tuo essere.
Credo nel tuo sguardo,
specchio della tua onestà.
Credo nella tua mano,
sempre tesa per dare.
Credo nel tuo abbraccio,
accoglienza sincera del tuo cuore.
Credo nella tua parola,
espressione di quel che ami e speri.
Credo in te, amico,
così, semplicemente,
nell'eloquenza del silenzio.
R. W. Emerson

domenica 7 dicembre 2008

auguri fra Enzo e fra Matteo

Questa sera alle 17.30 a San Giovanni Rotondo due stupendi ragazzi hanno emesso nelle mani del loro Ministro Provinciale la professione perpetua nell' ordine dei frati Minori Cappuccini! Auguri cari fratelli! Oggi purtroppo non ero sulla montagna di San Pio ma ero vicino a voi con tutta la mia gioia! Grazie per il dono delle vostre vite e buon cammino!! Si ha tanto bisogno della vostra voglia di vita in questo mondo!

(Fra Enzo e Fra Matteo sono rispettivamente il primo e il secondo frat da sinistra)

venerdì 5 dicembre 2008

Paolo e Francesca


“Amor, ch’ al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e il modo ancor m’offende…
Amor, ch’al nullo amato amar perdona, mi prese costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona…
Noi leggevamo un giorno per diletto di Lancillotto come amor lo strinse; soli eravamo e sansa alcun sospetto. Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo del disiato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse; quel giorno più non vi leggemmo avante.”

Nel canto numero V si narra la storia di Paolo e Francesca, due personaggi veramente esistiti attorno al 1255, ma non esistono prove concrete dell’adulterio né che Paolo e Francesca si frequentassero veramente. Dante fu il primo a presentare questa coppia, come l’immagine passionale di due giovani che si trovarono separati dall’inganno delle rispettive famiglie. Dopo esser stati uccisi dal marito di lei che scoprì il tradimento, finirono nell’Inferno, l’uno accanto all’altro, abbracciati per l’eternità e costretti a vivere spinti dal vento della Passione, per la legge del contrappasso. Francesca nacque a Ravenna, ed era figlia di Guido da Polenta il Vecchio, signore di Ravenna. Paolo e Gianciotto erano i figli di Malatesta. Le due famiglie avevano spesso forti contrasti e pensarono che unendo in matrimonio Francesca e Gianciotto, che era sì nato storpio, ma era un uomo d’armi e per di più uomo di governo, avrebbero risolto le loro liti. Paolo invece era un bel ragazzo e la famiglia decise ben di celebrare il matrimonio tramite procura; quindi inviarono Paolo a chiedere la mano a Francesca. La poveretta credette che la richiesta di matrimonio provenisse da parte di Paolo e accettò, ma al termine si ritrovò al fianco di Gianciotto. Dante, nel canto, ascolta le parole di Francesca che gli spiega di come fu ingannata, e di quanto fosse malvagio il marito, il quale aveva ordinato ad un suo servo di seguire i due giovani e di riferirgli cosa facessero. Fu durante la lettura del libro, che raccontava l’amore tra Lancillotto e Ginevra, che i due giovani profondamente innamorati si scambiarono quel bacio. Il servo corse ad avvisare Gianciotto che per rabbia uccise i due amanti. Il matrimonio tra Francesca e Gianciotto Malatesta fu deciso dalle relative famiglie solo per arrivare ad una stabilità politica tra le due più potenti famiglie della Romagna. Tutt’ora non si sa se veramente sia accaduto tale delitto, ma rendiamo comunque grazie a Dante di averci donato un canto così splendido e pieno di amore e speranza…perché come dice Francesca: ”…mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona”.

E quello fu l’ultimo bacio e l’ultima lettura.

Autore: Nicole Steiner

giovedì 4 dicembre 2008

Buon segno!

CAPRICORNO (22DICEMBRE - 21 GENNAIO)


Curate la vostra salute. Voi state benissimo, ma lei è gravemente malata. Bevete molti liquidi, soprattutto perchè bere dei solidi è estremamente difficile. Siete dipendenti? Andrà tutto bene meno che per quelli che dipendono dall' alcool! (Frate Indovino 2008)

Dedicato a tutti quelli che ogni mattina sono tristi perchè il loro Oroscopo non è dei migliori........

martedì 2 dicembre 2008

Stai fermo lì..

A volte mi capita di parlare con Dio e rimproverarlo di essere assente nella mia vita. Oservo una infinità di ingiustizie, di morti ingiuste eppure tu stai fermo lì.. immobile, attonito direbbe il Manzoni..eppure ci sei e ci ami tremendamente consegnandoci la libertà di governare e disporre liberamente delle nostre vite...

E mi dici che oramai è finito
e questo è falso
e che non ti ho mai realmente amato
e questo è brutto.

Perchè non ti basta la violenza
di uno sguardo trascorso
ormai vuoi di più e non si ferma
il tuo odio nascosto.

Stai fermo lì
e ti guardo
poi ti perdo
e in ogni frase e in ogni attesa lieve
dentro e fuori il mondo sarò lì.

E mi dici che sarai mio amico
e non ci credo
che mi chiamerai se sarai solo
io ora rido

Perchè non ti basta questa stanza
che si riempie di vuoto
sarà sofferenza o che cosa
un dolore da poco

stai fermo lì
e ti parlo
poi ti perdo
e in ogni frase e in ogni attesa lieve
dentro e fuori il mondo sarò lì.

E dormirai mentre ti ascolterò
sorriderai ma non ci crederò
maledirai ciò che sono e sarò
me lo dirai ma dimenticherò.

stai fermo lì
e ti parlo
poi ti perdo
e in ogni frase e in ogni attesa lieve
dentro e fuori il mondo sarò lì.