"la vera tristezza non è quando, la sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro a casa, ma quando tu non attendi più nulla dalla vita.
E la solitudine più nera, la soffri non quando trovi il focolare spento, ma quando non lo vuoi accendere più: neppure per un ospite di passaggio.
Quando pensi, insomma, che per te la musica è finita. E ormai i giochi siano fatti. E nessun'anima viva verrà a bussare alla tua porta. E non ci saranno più soprassalti di gioia per una buona notizia. Nè trasalimenti di stupore per una improvvisata. E neppure fremiti di dolore per una tragedia umana: tanto, non ti resta più nessuno per il quale tu debba temere.
La vita allora scorre piatta verso un epilogo che non arriva mai, come un nastro magnetico che ha finito troppo presto una canzone, e si srotola interminabile, senza dire più nulla, verso il suo ultimo stacco.
Attendere: ovvero...SPERIMENTARE IL GUSTO DI VIVERE......
Mons. ANTONIO BELLO
lunedì 30 giugno 2008
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