mercoledì 30 luglio 2008
Albania 2008
Paura e incertezza accompagnarono le giornate precedenti alla mia esperienza missionaria. Ripetevo a me stesso di non avere i necessari “talenti” per tale attività in una terra con gravi problemi economici, civili e sociali come la Repubblica Albanese. Cosa fare in questo paese? Cosa donare a questo popolo martoriato da guerre civili e da secoli di dominazioni straniere? Non ho opere da donare, sono incapace di svolgere tanti lavori ma una cosa come tutti gli uomini posso farla: amare. Cristo chiede di amarci reciprocamente come lui ama noi, quale cosa migliore dell’ amore da donare al prossimo allora? Ho tentato di comunicare alle persone incontrate di essere speciali, che le loro vite sono uniche e irripetibili agli occhi del Signore, ho tentato di regalare sorrisi ed affetto ai tanti bambini conosciuti nella casa famiglia di Neshate e sui monti del Ducaj. Le giornate in Albania trascorrono lentamente tra i lavori domestici e le ore passate a giocare con i bambini, la sera si va a letto stanchi in letti scomodi ma con tanta gioia nel cuore per la serenità ricevuta durante la giornata lavorativa. Ricordo ancora con emozione le preghiere spontanee dei bimbi a tavola e la loro semplicità di cuore. Ho appreso che è la semplicità l’ unica strada alla felicità per noi uomini, in Italia abbiamo tanto benessere materiale e nonostante questo siamo insoddisfatti delle nostre vite probabilmente perché non riusciamo ad apprezzare i tanti doni ricevuti dal Signore. Non dimenticherò mai i sorrisi e i volti dei tanti ragazzi che percorrono chilometri a piedi per andare a Messa la domenica e una gioia immensa provo nel ricordare il piacere di condividere acqua di fonte con l’ unico bicchiere che una famiglia aveva in casa. Ho condiviso le mie giornate con persone dai volti invecchiati dal sole e schiene curvate dalla fatica dei campi, bimbi scalzi con abiti stracciati chiedere l’ elemosina, abitazioni piccole con le pareti ricoperte dall’ umidità ma in questa povertà è viva nel popolo albanese la consapevolezza che un futuro migliore è possibile solo grazie all’ amore del Signore. La mia esperienza di volontariato in terra Albanese è appena terminata, sono tornato dai miei cari, alla mia vita quotidiana con la consapevolezza di aver ricevuto tanto da questa fantastica avventura sull’ altra sponda dell’ Adriatico e ora non posso fare altro che testimoniare le grandi cose che il Signore ha compiuto in terra d’ Albania.
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